venerdì 18 settembre 2009

Claudio Di Scalzo: C'era una volta il Diario 1. Benjamin Constant. Con lettera a Sara Esserino.



Claudio Di Scalzo
C’ERA UNA VOLTA IL DIARIO 1

I diari di Benjamin Constant
non somigliano ai web- voulevant.
 I poeti su Facebook col diario
son come il povero dromedario
che senza mèta tra la sabbia
 mostrano mosche e scabbia.
Anche questo letterario gènere
prima andrebbe letto
sennò è soltanto un file cenere
pompato-stonato col do di petto.

Uno dei miei eroi negli “anni insurrezionali in Lotta Continua”, cara Sara Esserino, fu Benjamin Constant. Al posto dei vari santi rossi marca estremo oriente avevo l’inventore di Adolphe e del Diario come specchio frantumato di un io alla riscossa tra sentimentalismo e fossa. Questo oppositore di Napoleone e poi sostenitore della rivoluzione parigina del ‘30 immortalata da Delacroix, mi piaceva per i duelli, anche fatti da seduto sopra una sedia, perché scatenava il caos tra una gonnella e l’altra, per le cadute e miserie che subiva annotandole, per i vizi a cui si concedeva, per le rivoluzioni in cui credeva tanto da seguirle malato in barella. E su tutto, la mia simpatia galoppava con lui, perché dai suoi diari ricavai la figura del precettore. Volevo, laureandomi e poi da laureato, non fare il professore in una scuola ma in case private svolgere il lavoro che fu anche di Hoelderlin. E per un certo periodo, in estate, presentato da Antonio tabucchi che andava scrivendo Piazza d’Italia, suo primo romanzo, fui accolto in borghesi e ricche case viareggine e pisane: per educare figli nella calura e in villa. A svolger compiti e conoscere la letteratura. Finì malamente. Perché somigliavo a Constant in materia di accostamento al femminile classico o romantico nel portamento che fosse. E cacciato mi rovinai una professione. Se avessi incontrato una Diotima almeno sarei diventato poeta folle! 





Benjamin Constant
DIARIO

10 termidoro 29 luglio 1804
+ lettere Minette 

Partito da Soleure. Arrivato a Berna. Trovato una lettera di Minette. Aggiunto alla mia opera il piano d’un libro sopra il teismo filosofico, in cui parlerò sia di quel teismo che concepisce Dio come un essere che s’interessa con benevolenza dell’uomo, facendogli da guida, sia di quello che riconosce soltanto una causa prima la quale governa il mondo per mezzo di leggi immutabili. (…)

11 termidoro, Lunedì 30 luglio 1804

Partito da Berna ieri a mezzodì. Giunto a Rolle stamane alle otto. Pranzato dalla signora di Nassau con le mie cugine di Loys. Sono convinto che Antoinette mi ama, e il contegno delal signora di Nassau m’induce a pensare che abbia il progetto di farmela sposare, pur con la determinazione positiva di tenermelo celato. Rinvio ogni decisione sino alla partenza di Minette per l’Italia. Ho tre possibilità: un’esistenza letteraria e solitaria in Germania, la continuazione della mia unione con Minette, un matrimonio. Quest’ultimo, che qualche volta mi tenta, perché può introdurre nella mia vita maggior regolarità, mi spaventa pel suo carattere irrimediabile. Antoinette è dolce e non priva d’ingegno; se fosse più graziosa la mia irresolutezza sarebbe ben minore. Ritorno a Coppet.

...CONTINUA