ADDIO BRUNO, ADDIO MIO CUSTODE
Ieri è morto il mio amico Bruno Dell'Ava e io Marco Pachi sono triste impietrito in questo cielo d’esilio che diventa la valle senza il suo pittore che fumava sigarette di continuo e nel fumo scriveva perché le mosche sono più brutte delle vespe e le vespe meno utili delle api e poi il mio amico Bruno era anche custode del parco di roccia e fiori "Paradiso" che diventava ricciuto a mezzogiorno e lui un po’ spelacchiato era contento di questa capigliatura che custodendola poteva mettersela sopra la capoccia. Ora è morto e io devo inventare un erbario dove ci sia il suo verde più brillante e un insettario dove c’è lui che vola sulle corolle e un mammifario dove lui è l’animale più felice di tutti perché con tutte le femmine può fare l’amore anche fumando come gli pare e piace. A me mi mancherà il mio amico Bruno e quando muoio io voglio che qualcuno dica che da lui ho imparato a guardare come se mangiassi e a pensare come se mi gustassi i colori più puri e le parole rotonde e senza spigoli. Addio mio amico Bruno, addio mio Custode. Marco Pachi
LA NOTTE IN CUI MORI' BRUNO DELL'AVA
Claudio Di Scalzo dal weblog TELLUSFOGLIO
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