mercoledì 24 aprile 2013

TELLUS CRITICA DELLA CULTURA PER IL 25 APRILE 2013 - L'OLANDESE VOLANTE


da









Perché non cessi il processo di liberazione dal lavoro alienato e da ogni sfruttamento anche nell'epoca telematica e delle identità liquide sul web ma reali nel processo di espropriazione. Per ricordare l'Antifascismo ed ogni lotta in corso di liberazione nel mondo. Dedichiamo questo frammento dal libro di Karl Marx ai lettori-navigatori dell'Olandese volante, ed a mio padre Libertario Di Scalzo detto Lalo partigiano ed a mio nonno Angelo ucciso dai fascisti perché sindacalista.



Claudio Di Scalzo detto Accio e Chiara Catapano













KARL MARX



In che cosa consiste l'alienazione del lavoro? Consiste prima di tutto nel fatto che il lavoro è esterno (separato) all'operaio, cioè non appartiene al suo essere, e quindi nel suo lavoro egli non si afferma, ma si nega, si sente non soddisfatto, ma infelice, non sviluppa una libera energia fisica e spirituale, ma sfinisce il suo corpo e distrugge il suo spirito. Perciò l'operaio solo fuori dal lavoro si sente presso sé; e si sente fuori di sé nel lavoro. E' a casa propria se non lavora; e se lavora non è a casa propria. Il suo lavoro quindi non è volontario ma costretto, è un lavoro forzato. Non è quindi il soddifacimento di un bisogno, ma soltanto un mezzo per soddisfare bisogni estranei. La sua estraneità si rivela chiaramente nel fatto che non appena vien meno la coazione fisica o qualsiasi altra coazione, il lavoro viene fuggito come la peste. Il lavoro esterno, il lavoro in cui l'uomo si aliena, è un lavoro di sacrificio di se stessi, di mortificazione. Infine l'esteriorità del lavoro per l'operaio appare in ciò che il lavoro non è suo proprio, ma di un altro. (...) L'attività dell'operaio non è la sua propria attività. Essa appartiene ad un altro; è la perdita di sé.

dai "Manoscritti economico-filosofici del 1844"




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TELLUS CRITICA DELLA CULTURA è una sezione del Giornale Telematico Glocale TELLUSfolio (fondato  e diretto da Claudio Di Scalzo 2005-2009) che rimanda all'annuario TELLUS-Arte Pensosità Letteratura diretto da CDS 2003-2009. Sarebbe opportuno che il proseguo dell'annuario Tellus così come di Tellusfolio avvenisse sulla base di un progetto culturale ed editoriale e di immaginario di proprietà del nuovo direttore e dei curatori la cultura anziché usare quanto non è a loro firma e invenzione. E tutto ciò unitamente a duemila miei scritti e immagini che la Editrice-Coopertaiva Labos nel dicembre 2009, a notte, cambiando la password, mi ha di fatto sequestrato e che continua ad usare senza il mio permesso. Linkando a loro piacimento miei testi dentro un contesto politico nel quale non mi riconosco ed usando la mia firma per ricavare pubblicità e visibilità Tutto questo approfittando del fatto che non esiste attualmente una legge sul copyright e approfittando della mia bonta di donare dieci anni di lavoro gratuito  a chi non lo meritava. Scrivo questa nota per i lettori navigatori e per i democratici del web perché questo esproprio inaudito cessi.  

Claudio Di Scalzo





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