giovedì 6 maggio 2010

Claudio Di Scalzo: Condensa ovvero Cronache valtellinesi - 2 (da Tellusfolio semestrale)




                                             Cds, "Montagna con volto nostalgico", 1981. Dall'annuario Tellus 30



CONDENSA - CRONACHE VALTELLINESI 2
°
Sondrio. Stazione. Piazzale Giovanni Bertacchi
Lo slancio erotico riceve il primo sgambetto dal trillo che spinge la ballerina colombiana alla porta d'ingresso dell'appartamento, un cliente in anticipo con le lancette sospinte in avanti dall'eros latino-americano?, e poi dalla divisa dei carabinieri in azione contro la prostituzione. Passata l'inchiesta, le voci di divorzio dalla moglie, il pianto stordito dei figli, il silenzio scostante dei vicini di casa, lo stolido consumatore di sesso dirà agli amici operai in fabbrica, da sempre solidali con un ammicco: “Mi hanno portato via seminudo. Rosso e accaldato dalle orecchie ai piedi, ghiacciato e sbiancato proprio sotto la cintola”.

   
°
Traona
– La coltivatrice della canapa indiana, maresciallo, non può essere la proprietaria del campo.
– E come fai a dirlo?
– Ovvio. Vede queste impronte nel terreno? Sono a occhio e croce un numero quarantacinque di scarpa. La donna ha piedi minuti.
– Tu, Danieli, devi smetterla di fare lo Sherlock Holmes con me. Sono io l'investigatore. E comunque il visitatore dai piedi lunghi aveva un bisognino urgente. Vuoi analizzare questa merda? A quando risale? Accomodati Scerlocco!

  
°
Sondrio. Piazza Merizzi. Giardini
– Anch'io ho un figlio che percorre la superstrada fino a Lecco ogni mattina, e lì, all'uscita della galleria, a Lierna, hai presente?, il gard-rail non c'è. Questi i fatti –, dice l'uomo con la barba.
– Per quelli dell'Anas i morti sono numeri da statistica. Fanno poco o nulla per evitare incidenti mortali. E i dirigenti succhiano stipendi milionari –, dice l'uomo senza barba.
– Le parole non bastano. Bisogna dare una mano. La madre di Diego Girotti, un colichese, ha coraggio e determinazione. Mi ha colpito la brillantezza dei suoi occhi incupiti dal dolore.
– Si sente che sei un professore d'italiano. Come dici?, pensione o no, lo resti per sempre, come i medici –, dice l'uomo senza barba. – Ma dimmi cosa hai fatto di concreto?
– Ho partecipato, domenica 11 settembre, all'uscita della galleria a una catena di persone, amici di Diego, strettasi al posto del gard-rail –, dice infervorato l'uomo con la barba.
–" Ho letto che l'inchiesta vogliono chiuderla con la scusa del 'colpo di sonno' –, aggiunge l'uomo senza barba.
– Facile vero?, e invece c'è anche un camionista testimone che afferma di aver visto l'auto del povero ragazzo affiancata e forse spinta nel burrone da un'auto rossa. La vernice sull'auto dell'infelice giovane sembrerebbe confermarlo.
– Le strade sono diventate come la giungla –, dice meditabondo l'uomo senza barba. – Uno scrittore ha scritto anni fa Giungla d'asfalto, ma non ricordo chi.
– Anch’io ho un vuoto di memoria. Il libro è ancora nel cellephane. Comunque non credo parli di pirateria stradale –, dice l'uomo con la barba.
– Come si fa a leggere tutto? E poi le cronache dei giornali superano i romanzi e il romanzesco –, afferma reciso l'uomo senza barba.
– Come professore di matematica, non ancora in pensione, hai detto una sacrosanta verità.


      Claudio Di Scalzo 
      da TELLUSfolio 2 (novembre 1999)



 

Nessun commento:

Posta un commento