COME NASCE LA TESTATA TELLUSfolio SU CARTA
da Tellusfolio giornale telematico on line 26 novembre 2009
Il lettore-navigatore Tam Giovanni ha ricordato in un commento Tellusfolio su carta. Allora, ma non per mero richiamo nostalgico, mi convinco a ripubblicare la testata che inventammo Marco Baldino ed io dieci anni fa come supplemento della rivista Tellus non ancora annuario bensì semestrale a fascicoli, perché credo che ai lettori-navigatori possa far piacere conoscere come dall’intuizione di unire locale e globale nel Glocale su carta sia poi nata questa unione on line e precisamente TELLUSfolio on line. Il tentativo su carta non ebbe fortuna e cessò nel 2000. La rivista TELLUS sarebbe diventata un annuario di 250 pagine a mia direzione e così Tf on line che dirigerò con Enea Sansi.
In chiusura di questo omaggio, ad una testata poi diventata la mia casa da quattro anni, ripubblico alcuni testi da “Condensa” dedicati alla Valtellina, alla cronaca valtellinese. Altri esempi sono in Telluserra il 25.6.2007. Condensa nacque su Tf-carta come tentativo di raccontare la quotidianità di una valle attraverso il vetro semplice della cronaca. Alcune di queste prove tra cronaca e racconto sono state pubblicate nel Tellus 29: Febbre d'amore, 2008 e ampiamente nel mensile valtellinese 'L Gazetin - Tutte verranno raccolte in volume. Claudio Di Scalzo
CONDENSA
Vandali con tombini
Il vandalo si mise l’elmo in capo ed era un cappello floscio con la tesa girata sulla nuca, si sistemò i calzari ed erano calzettoni da basket, calcò i sandali in pelle di cinghiale ed erano scarpe da jogging con suola rialzata, strinse la spada nella mano destra ed era un accendino acceso e spento in continuazione e si diresse in via Dolzino urlando nella notte fonda il nome del suo privato Odino costituito da un mix di musica disco e da canzoni con rima dedicata agli organi sessuali e poi prese a scoprire tombini. Dentro il nero di un'acqua ripugnante vide il suo nulla ma non lo riconobbe. Firmò l’impresa con la sua lancia, una malboro che sfrigolò sulla superficie increspata completando il sigillo con un calcio a un raccoglitore di carta. L’applauso al guerriero vandalo fu un coro di rutti che partì dall’orda che gli faceva cerchio.
Tubi e Piranesi
Un oleodotto dismesso attraversa la Valchiavenna , pensò. E vogliono riconvertirlo per ricavarne un approvvigionamento elettrico sicuro. Tutto sottoterra. Mormorò. Pensò a cosa poteva esserci sotto al pavimento della sua casa. Uno dei palazzi più antichi di Chiavenna. Per analogia immaginò i sotterranei nel feuilleton di Sue che leggeva da piccolo: I misteri di Parigi. Chissà cosa si agita nelle profondità dei crotti e di certe fognature, si chiese. Rovine di opere dei valligiani che vennero prima di me. Fondamenta marcite. Dominio di ragni e topi. Le rovine hanno una loro poesia appena sono inglobate in una cavità. Vivo di macerie, si disse, anche nei sentimenti. Di tempo che cancella ogni traccia. E’ la mia estetica, mormorò deglutendo. Vide le sue ossa bianche spolpate in una bara e ci stava dialogando come se fosse assistito dal lume fioco di un’incisione di Piranesi e dallo scintillio di tubi ripuliti della Snam.
San Cassiano Bombardata
Tornava dai campi col suo trattore. Aveva falciato i prati. E faceva la stessa Via Manzoni che conosceva come le sue tasche. Compresi i cani che gli abbaiavano. Due erano labrador. Uno bianco, e uno nero. Come la Juventus che aveva vinto lo scudetto facendolo innervosire lui milanista. Ma anche i cani lo facevano innervosire. La sera prima aveva letto una rivista. Una di quelle che danno le banche ai loro clienti. Informava che la Valchiavenna non fu bombardata in tempo di guerra. E neppure c’erano stati esodi dalle abitazioni. E armenti in fuga. Arrivato alla fine della via, vide sull’angolo: pali, reti arrugginite avvoltolate, suppellettili marcite, vasi sbrecciati, e anche bidet fuori uso, mobili tarlati e inutili. Sembra una casa che abbia subito lo sfondamento del tetto. Ogni oggetto anche il più guasto è ammassato fuori. Così il trattore quasi non ci gira, prima o poi entrerò in qualche finestra. Notò che i lavori di scavo nella strada che portava alla banca e alla posta avevano lasciato ampie ferite nell’asfalto. Completamente dissestato. Che a fatica le ruote del trattore riuscivano ad avanzare. Figurarsi le auto. Pensò. E si disse mormorando, ormai con l’età parlava fra sé e sé: San Cassiano sembra bombardata. Il suo centro bombardato. In tempo di guerra le buche a Milano le colmarono in pochi mesi, staremo a vedere oggi nel duemila e in tempo di pace.
Arcieri a Piuro
A Piuro è sorto un centro dove gli arcieri potranno seguire la loro vocazione di affidare alla cocca che fila nel vento, all’asta che geometrizza lo spazio, e alla punta che colpisce il bersaglio o lo sfiora, il senso del loro essere. I terreni sono ampi. E questo centro tiene di mira, è il caso di dirlo, il turismo. E i turisti, se mai verranno, potranno dire: non siamo stati infilzati dai prezzi, si spende poco e ci si diverte. Ma ci sarà anche una scuola vera e propria per imparare il tiro con l'arco. Fra i primi a presentarsi è stato un tipo stravagante. I più credevano fosse il primo alunno, ma invece il tizio voleva fare il professore. Ha detto che era sassone e non normanno, anche se abitava in Inghilterra. E ha declinato il suo nome e cognome sillabandolo con estrema fierezza:
Binro Dooh.
Il più sveglio fra gli organizzatori ha mormorato: questo qui mi ricorda qualcuno!
Binro Dooh.
Il più sveglio fra gli organizzatori ha mormorato: questo qui mi ricorda qualcuno!
QUI
come leggere, acquistare, trovare i TELLUS annuario
e la loro storia
e la loro storia