Claudio Di Scalzo
C’ERA UNA VOLTA IL DIARIO 1
I diari di Benjamin Constant
non somigliano ai web- voulevant.
I poeti su Facebook col diario
son come il povero dromedario
che senza mèta tra la sabbia
mostrano mosche e scabbia.
Anche questo letterario gènere
prima andrebbe letto
sennò è soltanto un file cenere
pompato-stonato col do di petto.
Uno dei miei eroi negli “anni insurrezionali in Lotta
Continua”, cara Sara Esserino, fu Benjamin Constant. Al posto dei vari santi
rossi marca estremo oriente avevo l’inventore di Adolphe e del Diario
come specchio frantumato di un io alla riscossa tra sentimentalismo e fossa.
Questo oppositore di Napoleone e poi sostenitore della rivoluzione parigina del
‘30 immortalata da Delacroix, mi piaceva per i duelli, anche fatti da seduto
sopra una sedia, perché scatenava il caos tra una gonnella e l’altra, per le
cadute e miserie che subiva annotandole, per i vizi a cui si concedeva, per le
rivoluzioni in cui credeva tanto da seguirle malato in barella. E su tutto, la
mia simpatia galoppava con lui, perché dai suoi diari ricavai la figura del
precettore. Volevo, laureandomi e poi da laureato, non fare il professore in
una scuola ma in case private svolgere il lavoro che fu anche di Hoelderlin. E
per un certo periodo, in estate, presentato da Antonio tabucchi che andava
scrivendo Piazza d’Italia, suo primo romanzo, fui accolto in borghesi e
ricche case viareggine e pisane: per educare figli nella calura e in villa. A
svolger compiti e conoscere la letteratura. Finì malamente. Perché somigliavo a
Constant in materia di accostamento al femminile classico o romantico nel
portamento che fosse. E cacciato mi rovinai una professione. Se avessi incontrato una Diotima almeno sarei diventato poeta folle!
Benjamin Constant
DIARIO
10 termidoro 29 luglio 1804
+ lettere Minette
Partito da Soleure. Arrivato a Berna. Trovato una lettera di
Minette. Aggiunto alla mia opera il piano d’un libro sopra il teismo
filosofico, in cui parlerò sia di quel teismo che concepisce Dio come un essere
che s’interessa con benevolenza dell’uomo, facendogli da guida, sia di quello
che riconosce soltanto una causa prima la quale governa il mondo per mezzo di
leggi immutabili. (…)
11 termidoro, Lunedì 30 luglio 1804
Partito da Berna ieri a mezzodì. Giunto a Rolle stamane alle
otto. Pranzato dalla signora di Nassau con le mie cugine di Loys. Sono convinto
che Antoinette mi ama, e il contegno delal signora di Nassau m’induce a pensare
che abbia il progetto di farmela sposare, pur con la determinazione positiva di
tenermelo celato. Rinvio ogni decisione sino alla partenza di Minette per
l’Italia. Ho tre possibilità: un’esistenza letteraria e solitaria in Germania,
la continuazione della mia unione con Minette, un matrimonio. Quest’ultimo, che
qualche volta mi tenta, perché può introdurre nella mia vita maggior
regolarità, mi spaventa pel suo carattere irrimediabile. Antoinette è dolce e
non priva d’ingegno; se fosse più graziosa la mia irresolutezza sarebbe ben
minore. Ritorno a Coppet.
...CONTINUA